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L’Itinerario della Bellezza

Da sempre la “bellezza” è ritenuta l’imprescindibile fattore che promuove tutto ciò che principia dall’idea e dalla creatività.

Sarà dunque vero che la Bellezza salverà il mondo come affermò qualcuno (Dostojewskij)?

Noi lo crediamo in quanto crediamo che la bellezza altro non sia che il prodotto di una solida intenzione dettata dalla coscienza e dall’impegno dell’artista nel suo quotidiano confrontarsi con la realtà. In altre parole, la Bellezza è il prodotto dell’Idea unita alla tensione morale che la anima. È quindi la Bellezza a qualificare questo evento che nasce a memoria e sostegno di una causa irrisolta, di un’ eredità drammatica del secolo concluso da poco e che le voci disarmate di centinaia di artisti vorrebbero tramandare alle epoche future solamente come l’affermazione del diritto d’ogni popolo a disporre di sé, del proprio spazio e della propria identità ma, più ancora, come l’appartenenza di ogni cultura al patrimonio comune dell’Umanità.

Questo “modello” di Bellezza si rivela nella contemplazione, ma non si riduce a compiacere  l’occhio e l’estetica.

Quella che invaderà il Padiglione Tibet sarà una Bellezza “moderna”, estesa nel tempo ed ampliata nel senso e nel significato, come sempre avviene quando la produzione dell’“opera d’arte” è parte di una più ampia “operazione artistica”; quando, cioè, l’Ideale si concretizza in un progetto. Un progetto che qui riunisce, in un unico, mistico dialogo, il lavoro di ideazione e di realizzazione di artisti e monaci e, per contaminazione, tutti coloro che se ne sentono coinvolti, concretizzando un’operazione i cui meccanismi sono emblematici e pienamente idonei a veicolare questo messaggio ed a conferirgli  una dignità esente da confini, così che l’Idea arrivi a produrre una Bellezza libera dai vincoli del tempo e dello spazio, indipendente dagli opportunismi e dalle situazioni; dove l’inventiva artistica sia coniugata all’esperienza unica di una spiritualità atavica da lungo tempo costretta a difendere la propria cultura sotto assedio, minacciata nelle radici stesse del proprio esistere millenario.

Le opere di decine di artisti riprese e “tradotte” come Mandala dai monaci tibetani saranno qualcosa di più di un singolare e altissimo momento di sinergia tra le culture o il simbolo della comune volontà di sostenere la causa del Tibet occupato. Esse segneranno quell’inequivocabile “Itinerario della Bellezza”,  nel quale culture e identità eterogenee si sovrappongono e si fondono per riaffermare come nello spirito di tutti i popoli, quali ne siano le origini, le tradizioni o le condizioni, albergano valori comuni e indelebili.

Infine, questo lavoro, prodotto di un’idea universale e realizzato unendo all’impegno e all’azione solidale di tanti artisti il meditato e definitivo intervento da parte di quegli spiriti silenziosi e indomiti, costituirà un nuovo, imperioso richiamo alla memoria dell’Umanità affinché faccia proprio il senso di una lotta tragica e sublime condotta da coloro che dalla buona volontà degli uomini, da troppo tempo, attendono una risposta di salvezza.

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