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   Che cosa é Venezia?

    Proviamo rispondere dimenticando l' infinita serie di usati stereotipi: unica, ricamata, pittoresca, oppure cadente, abbandonata, vittima dell' incuria o ancora cultura, turismo, spettacolo, tradizione e via enumerando: ci accorgeremo d'esser di fronte ad una non tanto imprevedibile mancanza di risposte convincenti. L' abitudine mentale induce istintivamente a cercare tra parole ed aggettivi quei riferimenti analogici che di norma ci aiutano a rendere il senso di ciò che proviamo e sentiamo, l' idea che siamo fatti. Ma Venezia, la sua singolarità, la sospesa ambiguità del suo fascino avvolgente non si esprime attraverso parole o analogie.

    Le pur infinite peculiarità di Venezia non bastano ad evocarne la memoria o a rendere almeno una parvenza dell' emozione che la sua vista suscita, come solitamente avviene per altre città altrettanto celebri o celebrate: Roma, Parigi, Londra, New York,.... 

  Proviamo a pensarci: "San Marco"? Non basta. Il Canal Grande? Forse un poco, ma non basta. Le calli, Rialto, le gondole, gli stessi veneziani? Arredamento. Tutte le parti che costituiscono Venezia non sono che il complemento scenografico di una rappresentazione che trascende i confini del bello e del visibile. Per fare di Venezia ciò che é non concorrono solamente la sua unicità (innegabile), la solare attraenza (indubitabile), il valore delle vestigia (straordinarie) o l' eredità storica (gloriosa). Venezia é tale perché non é stata concepita per essere "come" o "più" di altre città: essa deve la sua esistenza all' imperativo bisogno di non assomigliare a nessuna altra città edificata o edificabile.

  Venezia non é solo una memoria, una scoperta o un' avventura: é un' entità biologica nata per sopravvivere che si é conquistata il diritto di vivere.

  Venezia é ineffabile semplicemente perché "é". É il tempo, é l' emblema, é la proiezione in forma di luogo d'esistenza di ciascuno di noi umani che abitiamo questo nostro mondo ed affrontiamo quotidianamente l' impegno  di viverci.

  Si dice che Venezia muore. Ma se così é, ancor di più essa riflette la sua sostanza emblematica. Come noi Venezia obbedisce al ciclo vitale che ci vuole incamminati verso la morte, ma coscienti del valore della vita e della dignità dell' essere. Sino all' ultimo, perché se la vita non é che un "mauvais quart d'heure", sta a noi fare che sia punteggiata di attimi squisiti.

  Così é e sarà Venezia: una grande orgia di bellezza e di sfacelo, di cultura e di volgarità, di arte e di speculazione, di mondanità e di degrado. Un insieme coinvolgente di colori e fragori, di muri cadenti e squisiti arabeschi, di strade gremite ed anfratti pieni di mistero, di disordine e di armonia che tra orde di folla stranita simboleggia la vicenda della vita, del desiderio di vita. Risolutamente, senza infingimenti, con la stessa grave dignità sottesa alla placida  cantilena del vernacolo che vi si parla.

  Così é e sarà Venezia: sino al cadere dell' ultima pietra, sino all' ultimo respiro.      

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