Una tela riciclata da 90x110. Una figura in interno dipinta nei primi anni ’80.
Gli esami non finiscono mai. Non per gli umani, certo, e neppure per i quadri che degli umani, del loro ingegno (grande o piccolo), ne sono il prodotto.
Da che questo lavoro fu iniziato e finito (così credevo) son trascorsi decenni.
Ma no: non è esatto metterla in questo modo. In realtà non credevo proprio di averlo finito: è più corretto dire che, dopo avervi lavorato per un pò di tempo, lo abbandonai senza avere ben chiaro quel che vi avevo fatto e, peggio ancora, quel che vi avrei dovuto fare per poter affermare che "lo avevo portato a compimento!"...
Per non dilungarmi oltre dirò semplicemente che venne "messo da parte" perché, pur avendo qualcosa da dire (così mi pareva), non “parlava” dei miei intendimenti (*) : non abbastanza, almeno. Era come una minestra con poco sale. Non c’entava l’abilità esecutiva: per poca che ne avessi allora, oggi ne ho di meno e ancor meno ho pazienza. Era solo un problema di “occhi per vedere”: quelli che oggi credo proprio di avere assai più di allora. Che fare, quindi, se non riprendere i pennelli e i colori (alcuni sono gli stessi di quel tempo) e praticamente ridipingerlo provando a metterci quelle “spezie” che allora mancarono?
Ed eccolo qui, adesso, ripreso, ridipinto (in parte), ritoccato, rinforzato e, finalmente, finito. Bello? brutto? che ne so? Non ho mai condizionato i miei lavori al "bello" fine a sè stesso, all' eventuale impatto avrebbero avuto sugli altri. A me è sempre e solo importato che rappresentassero quel che penso e voglio e, in questo caso, quello che avrei dovuto pensare e volere anche allora, quando lo dipinsi per la prima volta.
Un’opera d’arte concentra una storia, un racconto il cui senso è racchiuso nella sua conclusione. L’artista potrà poi esserne insoddisfatto e, magari, giungere a rinnegare il proprio lavoro, ma non vorrà lasciare quel racconto in sospeso. Perciò, nel bene e nel male, decisi che lo avrei ripreso e portato sino in fondo, anche tanto tempo dopo, ma così che “bello” e “brutto” perdessero di significato di fronte al pregio della sincerità.
Buona vita a lui!
(*) Gli intendimenti dell'artista: quelli che ogni artista sente chiari a livello di impressione ma farebbe enorme fatica a spiegare in parole.